«Non penso che si possa fare impresa senza ricerca». Parole di Luigi Ferrari, amministratore delegato di Lima Corporate. Questa società fonda proprio sulla ricerca la realizzazione di dispositivi medici e protesi ortopediche su misura e all’avanguardia che possano garantire il massimo recupero del movimento di spalla, anca e ginocchio. Un’efficienza che non è casuale: a ogni caratteristica di queste articolazioni del corpo umano (e dei loro movimenti) è inevitabilmente legata la qualità della vita di ogni giorno.
«La ricerca – dice Ferrari – è ciò che ci spinge a trovare nuove soluzioni a problemi attuali, ma anche ad anticipare i bisogni di un mondo in continua evoluzione». Innovazione è, dunque, la parola d’ordine dell’azienda che ha iniziato nel 1945, a Villanova di San Daniele del Friuli, a produrre strumenti chirurgici per specializzarsi nella produzione di impianti ortopedici (con filiali in tutto il mondo), dopo aver prodotto anche componenti meccaniche per i settori aeronautico e automobilistico.
«L’innovazione è uno dei nostri principali pilastri strategici, fa parte del nostro Dna. Non a caso vantiamo numerosi brevetti su diversi prodotti e tecnologie con estensioni internazionali – spiega -. Il dipartimento di ricerca e sviluppo è, perciò, fondamentale all’interno della nostra organizzazione». Così come risulta determinante la collaborazione attiva con università e centri di ricerca, «sia per lo sviluppo di nuove idee e progetti sia per la selezione del personale idoneo per un ruolo così delicato come la progettazione e la gestione di dispositivi medicali».
Pioniera nell’uso del titanio nell’ortopedia – perché si tratta di un materiale estremamente biocompatibile, leggero e anche resistente -, Lima Corporate è stata anche «la prima azienda ortopedica al mondo a utilizzare la stampa 3D per la realizzazione di impianti protesici». Alla base – sottolinea Ferrari – c’è il fatto che «la digitalizzazione influenza in modo sostanziale anche questo settore» e averne compreso tempestivamente le potenzialità ha fatto la differenza. L’amministratore delegato si riferisce, con orgoglio, al fatto di avere messo a punto una nuova tecnologia per la riproduzione dell’osso naturale in uno speciale biomateriale: a caratterizzarlo è una struttura cellulare che imita la morfologia del tessuto spugnoso.
«Dopo anni di ricerca per definire struttura e processi ripetibili, nel 2007, abbiamo lanciato la prima coppa acetabolare in Trabecular Titanium: è una struttura tridimensionale, totalmente in titanio, prodotta con la tecnologia additiva delle polveri. Una rivoluzione nel nostro settore che ci ha portato a essere un’azienda leader a livello mondiale».
Guardando, invece, al futuro, Ferrari anticipa: «La prossima rivoluzione che portiamo nel mercato dell’ortopedia riguarda invece il mondo del software. Abbiamo di recente acquisito un’azienda statunitense focalizzata sulle tecnologie digitali: sono dedicate, in particolare, alla chirurgia ortopedica che impatta sulla qualità dell’assistenza medica. La trasformazione digitale ci consentirà di fornire nuovi servizi con i quali migliorare le caratteristiche degli impianti e assistere i chirurghi ortopedici nella loro pratica quotidiana».
Quali sono, dunque, le chiavi del successo per fare impresa nel campo della salute? «Innovazione, agilità e attenzione ai bisogni dei pazienti», conclude Ferrari, che, nel sottolineare l’importanza di «non dimenticare l’aspetto etico del nostro lavoro», ricorda gli appuntamenti di Trieste Next con Lima Corporate: il primo è stato venerdì 28 settembre, alle 15, al Museo Revoltella, con il seminario «Quando la ricerca diventa impresa». È stata un’occasione per riflettere anche sulle professioni future nel settore strategico del biomedicale.
Poi, stamattina, alle 10, nell’Area Talk di Piazza Unità, è previsto il dibattito «L’impresa della salute», dove si farà il punto sulla rivoluzione in corso delle scienze della vita e su come il bio-high tech promette di migliorare in modo decisivo le nostre esistenze.
*Tutto Scienze, 26 settembre 2018