La “green economy” e i suoi cantori hanno prefigurato, per il post-pandemia, un “capitalismo dal volto umano”.
Paolo Cacciari ci mette in guardia dalla retorica del capitalismo in salsa verde, a maggior ragione in epoca di Coronavirus. La transizione verde del resto è già in corso, ma è sapientemente guidata dal “capitale”, che attribuisce un valore (o meglio un prezzo) alla natura e usa i temi ambientali come leva competitiva. E il “decoupling”, la magica separazione della curva dell’aumento del Pil dalla curva delle pressioni ambientali è solo un miraggio. È invece tempo di cambiare davvero paradigma, con una “conversione ecologica” che connetta il riconoscimento e il rispetto dei cicli naturali della vita alla lotta alle diseguaglianze globali.