Innovazione tecnologica, ma soprattutto rinnovamento della visione imprenditoriale: è la ricetta per aiutare il sistema industriale bergamasco a fare un passo in avanti. Guidati da Raffaella Polato, inviata dell’Economia del Corriere della Sera, molti protagonisti del tessuto produttivo della provincia hanno partecipato alla tavola rotonda «Il sistema Bergamo a supporto dell’innovazione» al Point di Dalmine nell’ambito del festival Città Impresa. Gianluigi Viscardi, presidente del Consorzio Intellimech, evidenzia come non basti introdurre nuove tecnologie, ma che «dobbiamo ridisegnare le fabbriche: abbiamo macchinari vecchi e mancano nuove professionalità intermedie tra ingegneri e operai poco specializzati».
Sergio Cavalieri, prorettore all’innovazione per l’Università di Bergamo, sottolinea invece che «con il piano Calenda abbiamo introdotto macchine interconnesse ma poco funzionali alle aziende. Le competenze digitali servono, ma la cosa importante è rinnovare i modelli di business». «Bergamo ha capacità che, se raccontate bene possono attrarre nuove menti da fuori — racconta Salvatore Majorana, direttore del Kilometro Rosso — . Ma le persone qualificate non sono pagate come in altri contesti e, in particolare per il Parco Tecnologico, serve l’attenzione degli enti di governo: se non si sistemano la stazione di Stezzano o il casello di Dalmine, rimaniamo un satellite».
*Corriere di Bergamo, 9 novembre 2019