I Big data nell’ambito della ricerca applicata all’economia, con vari studi specialistici e d’indagine scientifica su temi che riguardano da vicino il cittadino, quali la politica monetaria e il sistema economico italiano, anche con riferimento ad aspetti bancari e antiriciclaggio. È l’argomento affrontato nel tardo pomeriggio di ieri al Revoltella, nel quadro degli eventi di Trieste Next, in un convegno dal titolo “Big data: nuove informazioni e nuovi strumenti per l’economia, la finanza, il business”.
A parlarne è stato Giuseppe Ortolani, vicedirettore della filiale triestina di Bankitalia, assieme ai professori Nicola Torelli, ordinario di Statistica a Trieste, Luigi Cannari, vicecapo-dipartimento Economia e statistica Banca d’Italia, e Silvia Figini, ordinaria di Statistica economica a Pavia.
«La Banca d’Italia sta dando un notevole contributo in tema di Big data – ha spiegato Ortolani – e si può dire con orgoglio che siamo fra i capofila in Europa nel loro utilizzo. Queste grandi quantità di dati che noi immagazziniamo sono estremamente utili in campo economico e finanziario, sia per le aziende sia per le banche. Il motivo è semplice – ha proseguito Ortolani – perché, ad esempio, è grazie all’utilizzo dei dati raccolti dai Big data che la banca può comprendere ormai, in tempo quasi reale, dove si stanno spostando gli interessi dei consumatori». Vantaggi, insomma, in termini sia di tempo che di denaro, che si intersecano però in un discorso di più ampio raggio che va a interessare la sfera della privacy, in quanto i dati raccolti provengono in effetti proprio dai comportamenti degli utenti consumatori.
*Il Piccolo, 28 settembre 2019