Il 747 del presidente cinese ha lasciato stamane l’aeroporto «Falcone e Borsellino» di Palermo diretto a Nizza per la seconda parte del tour europeo iniziato con la visita di Stato in Italia. Xi ha ringraziato calorosamente e con vistosi sorrisi: nella stiva ha potuto riporre ventinove intese, istituzionali e commerciali, sottoscritte ieri tra Italia e Cina nei settori del commercio, dell’energia, dell’industria, delle infrastrutture e del settore finanziario, al fine di «promuovere un rafforzamento delle relazioni economico-commerciali tra i due Paesi, nel rispetto delle linee strategiche dell’Unione europea e della nostra collocazione euro-atlantica», come ha ribadito il vicepremier Lugi Di Maio che, dal canto suo, ha siglato tre memorandum sulla Belt and Road Initiative (la nuova Via della seta), sul commercio elettronico e sulle startup.
La giornata di Xi è iniziata con un breve passaggio al Quirinale per il commiato dal capo dello Stato Sergio Mattarella. Poi, auto e scorta hanno attraversato Roma per raggiungere Villa Madama, dove il presidente cinese è stato ricevuto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dove poi le delegazioni dei due Paesi hanno lavorato ai documenti predisposti per la firma all’interno della sala Giulio Romano: un numero più piccolo rispetto a quanto ipotizzato nelle settimane precedenti l’arrivo di Xi; ma comunque sufficienti a garantire il «successo» della visita. Il ministero dello Sviluppo economico, il ministero dei Beni culturali e il ministero della Salute hanno firmato tre accordi ciascuno.
Delle ventinove intese, dieci sono accordi commerciali firmati dai rappresentanti di imprese dei due Paesi, mentre diciannove sono intese istituzionali nel campo della nuova Via della seta tra ministeri «gemelli». Citiamo, tra i firmatari degli accordi commerciali Cassa depositi e prestiti, presente con diverse realtà del gruppo, come Sace Simest (il polo dell’internazionalizzazione di Cdp, che ha firmato accordi con Sinosure e Sumec) o affiancando altre importanti aziende italiane come Snam con l’obiettivo di incrementare il volume d’affari in Cina. Ricordiamo che l’export italiano verso il Celeste Impero nel 2018 ha subìto un rallentamento, attestandosi a 13,2 miliardi di euro (-2,4% rispetto al 2017). Mentre le importazioni dalla Cina sono arrivate a 30,8 miliardi di euro (+8,2%). L’obiettivo-quadro evidentemente è quello di riequilibrare la bilancia, magari aumentando l’interscambio, peraltro vivace. Se Ansaldo Energia ha potuto concludere un contratto del valore di circa 25 milioni di euro per la fornitura di una turbina a gas, l’Eni, i porti di Genova e Trieste sono entrati nella partita come terminali in Europa della Via della seta. E l’Agenzia Ice si è accordata con il gruppo Suning per una piattaforma di promozione dello stile di vita italiano in Cina.
Insomma, il memorandum, che il governo italiano ha più volte definito «non vincolante», si articola in due macro-categorie: da una parte, le intese di carattere ministeriale-istituzionale; dall’altra, le intese commerciali stipulate fra soggetti privati del valore di 2,5 miliardi che, secondo le stime del governo, potrebbero produrre un volume di affari sui 20 miliardi.